Gestione smart delle risorse idriche grazie al fog computing
Il fog computing sta emergendo come una nuova frontiera tecnologica e naturale evoluzione del cloud computing, in grado di abilitare servizi dell’Internet delle Cose e nuove applicazioni multimediali basate sulla realtà aumentata. Questa tecnologia, già protagonista di un interessante articolo sul nostro blog, si basa su un’infrastruttura di computazione distribuita, in grado di spostare il trattamento e l’elaborazione dei dati vicino a dove questi vengono generati (ad esempio dei sensori) o a dove vengono visualizzati e usati dagli utenti.
Grandi multinazionali del settore ICT, come Cisco, Huawei e IBM, stanno già investendo fortemente in questa linea di innovazione, la quale si prospetta avere un impatto importante su diversi domini applicativi e raggiungere un valore di mercato mondiale di circa 750 miliardi di dollari entro il 2025 (in crescita ad un tasso annuo del 55,5%).
Incoraggiata da queste promettenti statistiche, nel 2017 la Commissione Europea ha approvato e finanziato, nell’ambito del programma MSCA H2020, il progetto FogGuru il cui obiettivo è fornire un programma triennale di dottorato industriale per la formazione della prossima generazione di esperti europei in fog computing.
Tra i promotori del progetto anche noi di U-Hopper, che ci siamo impegnati ad affiancare i ricercatori nel loro lavoro di studio e progettazione. Assieme a noi, un consorzio di tutto rispetto che comprende due istituti accademici, l’Università di Rennes 1 e l’Università Tecnica di Berlino, una start-up norvegese, Elastisys, un’organizzazione europea di innovazione digitale e di educazione all’impresa, EIT Digital, e l’agenzia per l’innovazione della città di Valencia, Las Naves.
Negli ultimi due anni, i ricercatori hanno ideato e prototipato varie piattaforme e servizi di fog computing, andando a coprire un’ampia gamma di scenari applicativi, incluso l’utilizzo di questa tecnologia per la gestione smart delle risorse idriche; in particolare, per il rilevamento di anomalie legate al consumo di acqua corrente che potrebbero indicare una perdita o una potenziale frode.
L’opportunità di testare i loro prototipi in un contesto reale è nata grazie Las Naves che ha messo in contatto i dottorandi con la società valenciana EMIVASA, responsabile della fornitura di servizi idrici alla città.
Questa collaborazione si è tradotta in un’eccellente occasione non solo per i ricercatori, ma anche per l’azienda spagnola, la quale ha avuto l’opportunità di sperimentare come le tecnologie di fog computing possano portare vantaggi ecologici ed economici tangibili grazie ad una migliore gestione delle preziose risorse naturali – proprio come quelle idriche che in una zona come il Sud della Spagna sono piuttosto scarse.
Oggi, dopo un anno di sperimentazione, i ricercatori sono pronti a presentare i loro risultati durante un evento in agenda per il prossimo 29 settembre 2020 e a cui sarà possibile partecipare anche in modalità online, grazie ad una diretta streaming sul canale YouTube dell’agenzia Las Naves. Basta iscriversi gratuitamente all’evento (in lingua inglese), registrandosi online a questo link. Vi aspettiamo numerosi!
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