Mozhdeh, il primo membro del team FogGuru #girlpower
Ciao Mozhdeh! Per iniziare, raccontaci qualcosa di te.
Mi chiamo Mozhdeh Farhadi e vengo dall’Iran. Sono attualmente una dottoranda in informatica, e allo stesso tempo lavoro come research engineer a U-Hopper. Ho conseguito la mia laurea triennale e magistrale a Teheran, dove ho poi lavorato per diversi anni nel settore industriale. Nella scorsa primavera mi sono trasferita a Trento, e sono arrivata ad U-Hopper.
Perché hai deciso di venire ad U-Hopper?
Perché volevo provare qualcosa di nuovo e avevo bisogno di nuove sfide! Avevo un lavoro stabile in Iran, come project manager all’interno di un’azienda locale importante, con una buona posizione, ma non mi sentivo soddisfatta. Volevo essere coinvolta in progetti più interessanti, e lavorare in un contesto internazionale. Così, ho deciso di iniziare un dottorato in un paese straniero. Anche mio marito ha un animo intraprendente, e mi ha incoraggiato molto a candidarmi per la posizione di dottorato offerta da U-Hopper.
Quindi studi all’università di Trento e allo stesso tempo lavori a U-Hopper?
No, la mia università è in Francia! Faccio parte del progetto FogGuru, un progetto europeo di dottorato industriale finanziato dalla Commissione Europea, il cui scopo è quello di formare nuovi esperti nell’area del fog computing. Questo programma prevede che gli studenti passino il primo anno e mezzo in azienda, nel mio caso U-Hopper, e la restante parte in università, che per me sara l’università di Rennes-1 e il centro di ricerca INRIA, sempre in Francia, per poi passare sei mesi a Valencia dove sperimenteremo le nostre tecnologie innovative sul campo. Lascerò quindi l’Italia verso la fine della prossima estate, per recarmi in Bretagna.
Che cosa rende il progetto FogGuru diverso rispetto agli altri programmi di dottorato?
La parte più interessante di questo programma è l’unione tra la ricerca accademica e il mondo della tecnologia. Noi studenti abbiamo l’opportunità di vedere come si lavora un’azienda europea fortemente innovativa, e al tempo stesso approfondire temi di ricerca scientifica di frontiera.
Per me, come dottoranda, è importante poter lavorare su problemi concreti, e vedere come l’IoT e i big data possono aiutare a risolverli.
Com’è lavorare ad U-hopper?
Oltre agli aspetti tecnologici, che sono importanti e che arricchiscono le mie conoscenze, a U-Hopper c’è un ambiente di lavoro caldo ed accogliente. Condividiamo infatti problemi e preoccupazioni riguardanti i progetti sui quali lavoriamo, ma anche i risultati ottenuti ogni settimana (e chi si dimentica di condividere i propri risultati paga il caffè a tutto il team!). In più abbiamo orari flessibili e la possibilità di lavorare da casa, e queste sono tutte cose che rendono piacevole la vita lavorativa. Inoltre, è successo tante volte che i miei colleghi stessero discutendo in italiano di meteo, cibo, calcio o altre cose non collegate al lavoro, e per rendermi partecipe della discussione sono passati di colpo all’inglese. Questi episodi fanno parte della vita quotidiana di una squadra coesa, in cui tutte le persone si prendono cura degli altri.
Cosa fai tu ad U-Hopper?
Lo scopo del mio progetto è rendere il fog computing più accessibile per gli sviluppatori. Il fog computing è uno strato computazionale intermedio tra i server nel cloud e i dispositivi IoT. I nodi “fog” servono per effettuare una prima elaborazione del dato, nonché per accrescere e migliorare i servizi offerti tramite il cloud. Al giorno d’oggi costruire un’applicazione che utilizza tecnologie di fog computing non è semplice, perché bisogna impostare ogni cosa da zero: il mio obiettivo è ridurre lo sforzo richiesto agli sviluppatori, per consentire loro di usare questo tipo di tecnologia nei loro progetti.
Inoltre, sto sperimentando l’utilizzo della Blockchain per fornire maggiore sicurezza in ambito Internet delle cose.
Quali sono i tuoi piani per il futuro?
Domanda davvero difficile questa! Non so cosa farò quando avrò finito il mio dottorato; durante i miei studi sperimenterò la vita in tre paesi europei differenti, ma anche contesti lavorativi differenti, e sono certa che tutto ciò influenzerà le mie scelte lavorative future. La cosa sicura è che mi piacerebbe lavorare su qualcosa di utile.
Bene, grazie e buona fortuna!
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